L'imprenditore prende decisioni da solo, in solitudine. È quasi una definizione del ruolo, no? Sei tu che alla fine firmi, che ti assumi la responsabilità, che rischi. Ma qui c'è un paradosso che ho impiegato anni a comprendere: proprio perché decidi da solo, hai bisogno più di chiunque altro di qualcuno a cui chiedere consiglio.

La domanda è: a chi chiedi? A chi ha già fatto le scelte che tu stai per fare. A chi è passato dove tu stai per passare. Al tuo mentore.

Quando parlo con imprenditori giovani, quelli che hanno venticinque o trent'anni, faccio fatica a spiegare loro una cosa fondamentale: la mia metamorfosi non è avvenuta da sola. La mia trasformazione è stata possibile grazie alla contaminazione con mentori. E attenzione, il mentore non è necessariamente una persona con cui hai una relazione diretta. Può essere qualcuno che segui attraverso i suoi libri, che ti ispira attraverso i suoi video, qualcuno che non ti conosce ma che tu tendi a imitare e da cui prendi informazioni preziose.

Per chi vuole fare un x5, un x10, un x20 nella propria azienda, il mentore è puro ossigeno. Non è un optional, è una necessità assoluta.

Vi faccio un esempio concreto. Quando nelle aziende c'è una difficoltà di circolante, quando c'è una bassa rotazione del magazzino, quando ci sono problemi che gli imprenditori tendono a mettere sotto il tappeto, cosa succede? Gli imprenditori parlano sempre di fatturato, mai di margini. Si vantano dei milioni di euro di revenue ma poi non riescono a pagarsi uno stipendio decente. Ecco, il mentore è colui che ti dice sempre quello che va detto, anche se sono pugni allo stomaco.

Uno dei miei mentori, per esempio, mi ha insegnato a guardare sempre quattro indicatori principali. Qual è il tuo patrimonio netto aziendale? Qual è il tuo EBITDA? Qual è il tuo compenso lordo, dato dal compenso personale più i dividendi? E infine, qual è il tuo patrimonio personale? Queste sono le quattro domande a cui ogni imprenditore dovrebbe rispondere con assoluta lucidità e trasparenza. Se i risultati non sono in linea con le aspettative, o con l'impegno che metti nella tua azienda, allora hai bisogno di un mentore con maggiore urgenza di quanto pensi.

Ma attenzione: il mentore non è il leader di mercato che si presenta come tale. Non è la persona che amplifica il tuo ego dicendoti quello che vuoi sentirti dire. È esattamente il contrario. È una persona che va al sodo, che va direttamente al punto. È la persona che ti chiede di mettere da parte il tuo ego. E quando non la ascolti, puoi stare certo che sbagli.

Allora come si trova un mentore giusto?

Quali sono i pilastri di questa relazione così importante? Ve ne elenco alcuni che per me sono stati fondamentali.

Primo, il mentore deve avere un circuito esperienziale più ampio del tuo. Deve aver tratto lezione dal fallimento, non solo dai successi. Deve aver fatto operazioni che tu stai pensando di fare, o addirittura operazioni che non hai ancora compreso a cosa servano, come le operazioni di merger and acquisition. Se non ha vissuto quello che tu stai per vivere, come può guidarti?

Secondo, deve esistere un rapporto di fiducia improntato su valori fondamentali. Il mio suggerimento pratico è questo: non fare mai business con chi passa sul cadavere di un altro, perché prima o poi passerà anche sul tuo. È importante avere un profilo valoriale ampiamente condiviso.

Terzo, il mentore deve con te istituire un rapporto regolamentato e finalizzato. Attraverso il mentore devi poter noleggiare il suo circuito di relazioni. Non è solo quello che sa lui, è anche chi conosce lui.

Quarto, nella relazione con il tuo mentore ci deve essere un impegno reciproco, e questo include una relazione economica. La relazione economica ti obbliga ad ascoltarlo. Il rapporto con il mentore deve essere basato su un pagamento, punto. Se è gratis, non ha valore né per te né per lui.

Quinto, serve per introdurti a un metodo nuovo. Ogni incontro deve avere domande dritte al punto: finanziario, piano industriale, struttura dei costi. Lui deve capire che hai le cose sotto controllo. Il mentore non è un mago, non è un consigliere generico. Deve poter andare in profondità. Deve poter guardare i tuoi numeri, il tuo primo margine di contribuzione, capire se sei in target.

Sesto, identifica un imprenditore o una serie di imprenditori che hanno un'azienda che tu vorresti avere tra cinque anni. Il modo migliore per individuarli è frequentare network e community dove puoi avvicinarli. Non aspettare che arrivino da te.

Settimo, devi trovarli, ingaggiarli, e poi lasciare che traghettino la tua mente imprenditoriale verso l'evoluzione. Questo è il compito del mentore: farti evolvere alla velocità giusta.

Il mio consiglio pratico finale? Fai la proposta a tre imprenditori che ammiri e vedi chi accetta. E non farti spaventare dal gettone che ti chiedono di pagare, perché quel costo lo paghi comunque. Lo paghi in errori, in opportunità perse, in anni sprecati a fare da solo quello che qualcun altro ha già capito come fare.

La solitudine imprenditoriale è reale, ma è anche una scelta. Puoi scegliere di affrontarla davvero da solo, oppure puoi scegliere di circondarti di chi ha già percorso la tua strada. Io ho scelto la seconda opzione, e ha fatto tutta la differenza.